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Lo stomaco: digestione di alimenti e di emozioni

Lo stomaco: digestione di alimenti e di emozioni

Nello stomaco i cibi “bruciano” e si trasformano nell’essenza utile all’uomo, che verrà poi assorbita dall’intestino. Il cibo diventa “noi”, entra grezzo nella cavità dello stomaco, viene purificato e infine trasformato in materia vivente. L’essenza di ciò che mangiamo, con la digestione e l’assorbimento, diventa di giorno in giorno il nostro corpo: «Noi siamo quello che mangiamo» ed è proprio per questo che bisogna scegliere sempre in maniera molto accurata e consapevole i cibi di cui ci nutriamo.

Lo stomaco dunque non è chiamato solo a digerire gli alimenti, ma anche le emozioni che la nostra psiche vi associa. «Quante ne ho dovute mandar giù!», «Questa proprio non la digerisco», «Quel tipo mi sta sullo stomaco», sono frasi comuni in cui l’avversione emotiva per persone e situazioni è vissuta proprio a livello gastrico.
Sentimenti, pensieri, emozioni e cibo vengono inconsapevolmente trattati proprio come se fossero la stessa cosa.
Attraverso lo stomaco si esprimono problematiche che non sono state “digerite”: situazioni rifiutate, vissute come ingiuste, o che provocano collera; la produzione di succhi gastrici è infatti per esempio associata alla rabbia.
Stress, ansia, dispiaceri sentimentali e preoccupazioni possono scatenare, nei soggetti predisposti, una complessa sintomatologia caratterizzata da crampi, gonfiore e dolore epigastrico (cioè localizzato nella parte alta dell’addome).
Gastrite e ulcera simboleggiano anche difficoltà a realizzare le proprie aspirazioni, sensazione di essere succubi di qualcosa o qualcuno, paura di non essere all’altezza. Nausea e vomito indicano, come è facilmente intuibile, il bisogno di liberarsi di qualcosa.

Forse nessun disturbo fisico ha tante sfumature come il mal di stomaco. Non c’è disturbo gastrico infatti che non turbi l’intera persona, coinvolgendola in un malessere generale da cui si chiede di essere liberati al più presto. E proprio il fatto che lo stomaco sia immediatamente collegato con lo stato d’animo già ci fa intuire quanto sia difficile parlare di problema organico o di fenomeno psicologico. In realtà questa divisione non esiste, e che stomaco e psiche esprimono lo stesso disagio della persona, semplicemente su piani diversi.
Tuttavia questa spiccata “psicosomaticità” dello stomaco, capace di dare sintomi imponenti anche in assenza di una lesione organica, mette in crisi l’approccio della medicina scientifica, abituata a cercare una causa “certa” solo a livello corporeo.
Ciò non significa che il mal di stomaco sia un fatto psicologico anzi, esistono patologie gastriche organiche ben riconosciute da tempo, che costituiscono, spesso, la naturale evoluzione di disturbi dapprima solo funzionali, divenuti poi, perché trascurati o mal curati, lesioni vere e proprie. In ogni caso occorre analizzare sempre bene la situazione dell’individuo.

La medicina olistica è l’arte e la scienza di curare l’essere umano come unità di corpo, mente e spirito e si interessa della salute globale degli esseri umani. Una delle sue caratteristiche è proprio quella di prendersi cura degli individui, di creare una consapevolezza che li porti ad alimentarsi in modo più naturale e meno inquinato e a purificare le proprie emozioni e i propri pensieri negativi, comprendere le ragioni profonde delle nostre azioni.
Nella Medicina tradizionale l’individuo viene trattato come la somma di parti fisiche o psichiche più o meno malate, mentre nell’approccio Olistico ogni individuo è considerato diverso dall’altro e viene osservato e trattato nella propria interezza.
La malattia, quindi, è vista come uno squilibrio tra fattori sociali, personali ed economici, da un lato, e cause biologiche, dall’altro e, in questo modo si cerca di mettere in armonia le dimensioni emotive, sociali, fisiche e spirituali della persona al fine di stimolarne il processo di guarigione.
Nella medicina olistica viene ascoltata la persona, non la malattia; viene “ricercata e curata” la causa, non il sintomo; viene osservata la persona nell’ambiente che ha intorno e viene stimolata l’autoguarigione attraverso il “Riequilibrio” di tutte le componenti che concorrono a generare la stessa malattia.

Fonti:
portobellos.it
altrasalute.it
ok-salute.it
riza.it
salutearmoniabenessere.it